Antonio Giovinazzi, il re pugliese della F.3 europea che corre con lo sponsor indonesiano
ROMA – Antonio Giovinazzi è un ragazzo speciale. Lo vedi in pista e non hai l’impressione che rischi. Guida pulito, senza una sbavatura, dove gli altri trasmettono sensazioni di precarietà e pericolo. Rende uno sport come l’automobilismo elegante come un assalto di scherma. Pensa con il pragmatismo di un lord inglese e si muove con la creatività di un artista pugliese. Genio e sregolatezza quanto basta.
Il timido ed educato driver pugliese è il capoclassifica dell’Euro Series Fia di F.3, il campionato della formula cadetta più prestigioso del mondo assieme a quello britannico dove conquista nel 2013 il titolo di vice-campione della categoria. Ma del suo già ricco palmares sembra non curarsene poi tanto perché il sorriso e la modestia, nel suo modo naturale di apparire, sono i marchi di fabbrica del suo carattere. Con un diploma di perito ragioniere conseguito a 19 anni a Martina Franca, la sua città natale, nel 2012 ha deciso di dedicarsi anima e corpo alla carriera di pilota professionista, dopo essere stato svezzato a lungo nel karting, dove ha cominciato a muovere i primi passi a sette anni con la categoria “50 Baby” con il Team Goffredo, prima di risalire la china della specialità con numerose vittorie e titoli nazionali, ottenute con il supporto tecnico delle Case più prestigiose del karting come Top Kart, Comer e Pcr.
La partecipazione a gare simbolo come il Trofeo delle Industrie di Parma e quelle dell’Europeo Fia-Cik di Sosnova, Zuera e Genk gli permettono di farsi notare anche a livello internazionale e presto arrivano le prime soddisfazioni dopo tanti sacrifici e migliaia di chilometri percorsi per raggiungere le piste di mezza europa e oltre. Quest’anno il fitto e ricco calendario della F.3 europea non dà tregua. Dopo gli appuntamenti di Silverstone, Hochenheim e Pau, il ruolino di marcia di Antonio Giovinazzi si fa interessante anche agli occhi di coloro che non sanno distinguere un paio di basette da un baffo anteriore di una monoposto da corsa. In nove gare fino ad ora disputate – tre per ogni appuntamento – ha messo a segno ben due vittore, con una sfilza di podi che contano tre secondi posti e quattro terzi posti, per un totale di 164 punti conquistati fino alla vigilia dell’appuntamento di Monza del prossimo weekend.
Decido di fare due chiacchere con Antonio, il pilota di punta del team anglo-indonesiano Jagonya Ayam – Carlin, quasi per solidarietà nei confronti delle origini comuni e del percorso agonistico che a suo tempo feci anch’io nel karting pugliese. Il fuso orario inglese è impietoso, perché fra sedute al simulatore e la rigida preparazione atletica da seguire fra una gara è l’altra il tempo è scandito con il contagocce, e per parlare con il pilota pugliese del suo momento magico devo attendere che il suo personal trainer Raimondo Lillo lo congeda per l’ora di cena.
In Italia sono poco più delle 22 quando squilla il telefono e intuisco che si tratta di Antonio, che è appena uscito dalla palestra, in una delle sue serate inglesi passate quasi da anacoreta a Bath, la cittadina famosa per le sue terme di epoca Romana, che sorge nella contea di Somerset a pochi chilometri da Londra. Reduce dalla trasferta di Pau, e ancora addolcito della vittoria ottenuta in gara-3, Antonio non sembra affatto provato dalla sua intensa giornata di lavoro e per questo non esito a guidare l’interesse della mia curiosità puntando proprio sulle due vittorie che fino a questo momento hanno condizionato la parabola ascendente della sua prima parte del campionato Fia di F.3: «Quella di Hockenheim, che si è corsa sull’acqua in gara-1, è stata una importante affermazione per me e la mia squadra. In quella occasione sono riuscito a mettere alle mie spalle il pupillo della Prema Powerteam Felix Rosenqvist, per soli 228 millesimi di secondo, dopo che il pilota svedese della prestigiosa squadra italiana partiva dalla Pole. Ma se è vero che l’ultima vittoria è sempre quella più bella, devo ammettere che quella conseguita in gara-3 a Pau ha fortificato la consapevolezza di poter fare bene quest’anno».
Poi il discorso, vista anche l’ora, scivola inevitabilmente sulla famiglia, e sugli affetti che ha lasciato a Martina Franca prima della decisione di trasferirsi in Inghilterra dove il pilota 22enne divide il suo appartamento con Sean Galael, ex-compagno di scuderia nel 2014 nell’Euro Fia F.3 nonché primogenito dello sponsor della sua scuderia che sotto la gestione tecnica della Carlin Motorsport, schiera anche le due Dallara F312 a motore Volkswagen per i compagni di team Gustavo Menezes e Ryan Tveter. «Non è facile restare fuori casa a lungo: la lontananza da mia sorella Valentina, essere sempre in viaggio e, soprattutto dover fare a meno di quella che è la cucina pugliese sono circostanze che hanno un loro peso nell’economia della mia vita qui in Inghilterra. E poi come fare a meno dei sapori della mia terra che rappresentano la base migliore per una dieta di una sportivo. Pensa, – confessa Antonio con ritrovato entusiasmo – nella mia borsa da viaggio c’è sempre una confezione di Taralli o una conserva di prodotti tipici di Puglia che contribuiscono a mettere il buon umore a tavola anche nelle fredde serate inglesi».
Ma è proprio l’incontro con Ricardo Galael, l’imprenditore indonesiano che opera nel campo della ristorazione, ad offrire quella che sarà la svolta decisiva alla carriera sportiva di Giovinazzi. Infatti, a Fine 2011, Galael, che ha fondato una sorta di organizzazione con base a Jakarta, la «Sean GP», che si occupa della gestione dei programmi sportivi nei campionati come l’Euro Fia di F.3 e il Word Series 3.5 Renault, è stato il talent scout del pilota italiano quando ancora militava nel karting.
«Devo molto a Ricardo Galael – ricorda con senso di gratitudine Antonio – che alla fine del 2011 volle investire sul mio talento proponendomi un programma a dir poco allettante che perfezionammo in occasione dell’Indonesia Kart Grand Prix del gennaio 2012 a Sentul. Quindi mossi i miei primi passi nella “Sean GP” ancora nel kart, partecipando anche alla gara della serie tedesca Adac Kart Master a Kerpen. Poi debuttai nelle monoposto, partecipando al programma nella Formula Pilota China Series, alla guida di F.Abarth assieme a Sean Galael. Nella finale della European Series della F.Abarth a Monza con due vittorie».
Nel 2013 Galael decide che il pilota è maturo per il salto nella Formula 3 inglese, uno dei campionati storicamente di punta di una categoria che rappresenta il passaggio obbligato della Formula Uno. Dopo due anni di «purgatorio», militando in quelli che sono riconosciuti come i campionati più blasonati della terza categoria a ruote scoperte, ecco che arriva la stagione del riscatto, dopo i problemi patiti nel 2014 per un telaio e un motore che nella prima metà della stagione avavano condizionato le sue prestazioni in pista.
È abituato a soffrire il pilota di Martina Franca perché alla passione per i motori, alterna quella per la bicicletta che condivide con i suoi amici e non di rado anche con il suo ex-compagno di scuderia Tom Blomqvist – il figlio del campione de mondo rally ’84 Stig Blomqvist – per le lunghe tappe nella Valle d’Itria dove la brezza del mare e il sole pugliese servono a temprare spirito e corpo.
E così, che alla vigilia dell’appuntamento di Monza, dove si correrà questo fine settimana, Antonio Giovinazzi in cuor suo accarezza un sogno che non vuole svelare ma che è facile condividere. Reduce dalla tappa a Montecarlo, per supportare il suo Team Jagonya Ayam with Carlin nell’avventura nella Word Series con i piloti Sean Gelael e Tom Dillmann, è già sul circuito brianzolo per curare a puntino quella che sarà la gara più sentita della stagione. Il pilota da tener d’occhio è 18enne monegasco Charles Leclerc (rookie della classifica assoluta provvisoria) del team Van Amersfoort Racing che guida anche lui una Dallara F312 spinta dal motore Volkswagen che, almeno sulla carta, dovrebbe essere quello leggermente avvantaggiato per le caratteristiche velocistiche dell’Autodromo nazionale. Se è vero che ogni opera, nella sua unicità, rifiuta uno schema razionale, allora non è sbagliata l’idea che a Monza il nostro pilota possa compiere un piccolo capolavoro.
Massimo Manfregola
Credits photo: archivio Giovinazzi/Fia F.3 Euro Series
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