Vola l’esportazione del nostro Parmigiano Reggiano: più 10,1% nel primo bimestre 2015
PARMA – E’ una crescita pressochè senza precedenti quella che stanno registrando le esportazioni di Parmigiano Reggiano, che ha chiuso il primo bimestre 2015 con una crescita a doppia cifra: +10,1%. Lo rende noto il Consorzio di tutela in una nota diramata nei giorni scorsi. A trainare il boom delle esportazioni sono soprattutto gli Usa, con risultati che in gennaio e febbraio si sono attestati attorno al +11%.
«I flussi – sottolinea Giuseppe alai, presidente del Consorzio – sono buoni anche in Europa, che resta tuttora il principale mercato, tanto che a febbraio le esportazioni complessive intra ed extra-UE sono cresciute del 9,4%. Questi risultati hanno permesso di riassorbire ampiamente l’impatto, a volume, dell’embargo russo, ma auspichiamo che a breve l’azione diplomatica internazionale possa consentire la riapertura delle frontiere di questo importante mercato, cosa che porterebbe ad una ulteriore accelerazione delle performance estere del nostro prodotto».
Sempre nel primo bimestre 2015, anche le vendite di grattugiato registrano un significativo incremento, con un +9,8%. «Un risultato – spiega Alai – particolarmente importante per il sistema Parmigiano Reggiano, soprattutto in considerazione del fatto che tutte le operazioni di confezionamento avvengono nel comprensorio di produzione, accorciando la filiera, rendendo più agevoli e incisivi i controlli e le operazioni di vigilanza e generando nuovo valore nei territori cui il prodotto è storicamente legato».
Sul versante produttivo, intanto, prosegue il calo che si era già manifestato all’inizio dell’anno: ad aprile, infatti, la produzione è scesa dell’1,2%, portando il dato quadrimestrale a -1,9%. «Nonostante la crescita del 5% registrata da inizio anno – prosegue Alai – le quotazioni si mantengono a livelli ancora del tutto insoddisfacenti. In questo modo è il mercato il vero regolatore di quell’offerta che, al contrario, deve essere determinata con l’esercizio di un ruolo più attivo da parte dei produttori, così come è negli obiettivi dei Piani di regolazione dell’offerta che abbiamo rivisto in occasione della recente assemblea e sui quali i caseifici dovranno esprimersi entro l’autunno». Quanto alle prospettive, Alai vede ancora nelle esportazioni, associate proprio alla regolazione dell’offerta, il primo motore di sviluppo del sistema. «L’aumento continuo delle quantità esportate – conclude – rende evidente il fatto che in termini percentuali sarà difficile mantenere gli attuali ritmi, ma le nuove azioni avviate in Cina e in diversi Paesi dell’America Latina, unite agli incontri commerciali di cui siamo protagonisti nell’ambito di Expo, stanno già offrendo nuovi e incoraggianti segnali per il nostro prodotto».
mas.man.
Credits: Osservatorio Agri&Food di CremonaFiere
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