Trucchi e strategie per comunicare lo sport in un affollatissimo incontro presso il palazzetto del Coni
ROMA – L’arte del comunicare ha mille sfaccettature ed è alla base dei processi sociali universali. La combinazione di esperienze, forme, stili e strategie sono il cocktail migliore per stabilire un contatto con i nostri interlocutori. Nel giornalismo sportivo, ad esempio, la componente passionale diventa l’arma vincente per coloro che devono trasformare un evento sportivo in un piccolo capolavoro di nozioni sportive, cronaca e suggestioni senza tempo che spesso incarnano i sogni nel cassetto di ogni lettore.
«Comunicare lo Sport» è il titolo del seminario che si è tenuto ieri a Roma presso l’Auditorium delle Federazioni del Coni, al quale hanno preso parte il segretario generale del Coni, Roberto Fabbricini, e dell’Ordine dei Giornalisti, Paolo Pirovano, Daniela Molina, giornalista e consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, e Ruggero Alcanterini, giornalista sportivo e presidente del Cnifp (Comitato Nazionale Italiano Fair Play) del Coni, nel ruolo di relatore di un evento riuscitissimo che ha visto una platea di oltre duecento giornalisti accreditati.
La figura del giornalista sportivo diventa spesso fondamentale e una sorta di valore aggiunto soprattutto in occasione di eventi sportivi di caratura internazionale, quando il ruolo dell’inviato diventa come la cassa di risonanza di emozioni trasmesse a distanza nonché simbolo di una intera nazione pronta a filtrare ogni parola di colui che è deputato ad informare. Un tema, dunque, quello dello sport, molto sentito perché generatore naturale di interesse colletivo e di aggregazione sociale.
L’occasione di ieri è stata propizia anche per ricordare quei personaggi i quali, per le loro qualità e la loro dedizione, sono diventati gli ambasciatori dello sport nazionale in tutto il mondo. Ad esempio il marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano, che fu il superpresidente dell’atletica e del calcio tra il 1926 e il 1958, costruendo a sue spese lo stadio di Firenze, che porta il suo nome. Per non parlare di Gianni Brera, il maestro dei giornalisti sportivi di tutti i tempi, famoso per la sua capacità di raccontare le gesta di personaggi ed eventi attraverso la tela linguistica del suo innato senso ironico, capace di tratteggiare con infallibili neologismi i personaggi del suo amato mondo calcistico.
Nell’appuntamento capitolino uno spazio particolarmente curioso è stato quello dedicato al «mental coaching» di Piercarlo Romeo e Cecilia Ferraro, sulle strategie di comunicazione emotiva e comportamentale finalizzate al miglioramento delle relazioni pubbliche interpersonali.
Nonostante il ricco programma previsto dal seminario formativo, l’accento della discussione si è inevitabilmente posato sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, l’evento sportivo che darebbe continuità ai giochi olimpici di Roma del 1960, quelli che coincidevano con la diciassettesima olimpiade alla quale presero parte 83 Paesi. Le riserve per questa candidatura, le cui capacità organizzative ed umane ricadono tutte all’interno del Coni, verranno sciolte solo a settembre del 2017. Secondo le prime indiscrezioni, i Giochi olimpici potrebbero svolgersi nelle tre grandi aree della Capitale, e interessare Tor Vergata con il villaggio olimpico, il Foro Italico e l’area della Fiera di Roma.
Massimo Manfregola
5/2/2016
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