Alla Biennale di Venezia anche una retrospettiva di Fernando Zóbel al Fondaco di Marcello
VENEZIA – La prossima Biennale di Venezia diretta da Christine Macel, che aprirà i battenti con la sua 57esima edizione a partire dal 13 maggio fino al 26 novembre con ben 22 iniziative a carattere espositivo, celebra una retrospettiva per Fernando Zóbel, divulgatore dell’arte moderna filippina (fino ad allora sconosciuta ai più) e fondatore di due musei d’arte moderna, di cui uno in Spagna a Cuenca e l’altro a Manila.
Organizzata dalla Fondazione Ayala dell’omonimo Museo a Manila, Contrapuntos, questo è il nome della mostra collaterale, offre l’opportunità straordinaria di vedere riunite in un’unica esposizione le opere migliori dell’artista filippino-ispanico (1924-1984), realizzate da Zóbel fra il 1957 e il 1962; nel periodo in cui l’artista ha sviluppato il suo linguaggio visivo attraverso una straordinaria serie riconosciuta a livello internazionale con i nomi Saeta e Negra.
I dipinti presenti nell’esposizione racchiudono una sintesi armonica delle tecniche di pittura asiatiche e occidentali, mostrando la progressione artistica e formale di Zóbel nella padronanza e nel controllo di materiali, tecnica e idee.
La serie Saetas segna l’inizio del percorso che condurrà l’artista all’astratto. Le lunghe, sottili linee calligrafiche nei dipinti di Saeta (1957-1959) sono eseguite e controllate attraverso l’uso di una siringa medica. Saeta significa freccia o dardo o un canto in stile Flamenco. Fernando Zóbel amava ricordare che questa serie gli era stata suggerita da un insieme di incontri ed esperienze avute con la luminosità di Mark Rothko e le sgocciolature di Jackson Pollock, così come con la calligrafia cinese e l’elegante giardino di Ryoan-ji in Kyoto.
Negli anni successivi, il lavoro di traforo delle composizioni di Saeta evolvono nella vigorosa gestualità pittorica dei dipinti della Serie Negra (1959-1962). In queste tele in bianco e nero, le energiche pennellate richiamano i dipinti di Hans Hartung e Franz Kline, ma risentono della disciplina e moderazione derivanti dal sumi-e giapponese, vista l’affinità di Zóbel con il Buddismo Zen.
Considerato un artista della corrente transnazionale, Zóbel è nato a Manila, Filippine, e ha studiato all’Università di Harvard a Boston. E’ stato una figura chiave nel movimento dell’arte moderna delle Filippine negli anni Cinquanta, comprando le opere dei giovani artisti filippini e donandole all’Ateneo dell’Università di Manila. Il clou di questa collezione ha costituito il nucleo fondante dell’Ateneo Art Gallery, che è ritenuto il primo mueseo d’arte moderna filippina.
Dal 1960 ha vissuto in Spagna, stringendo forti legami con gli artisti spagnoli durante l’affermazione della pittura astratta. Ha fondato il Museo di Arte Astratta Spagnola a Cuenca, Spagna nel 1966. L’anno successivo è nato il Museo Ayala nelle Filippine, ispirato al ruolo che ha avuto Zóbel nella diffusione e conoscenza delle arti tra gli artisti filippini e il grande pubblico.
Contrapuntos è progettata come una mise-en-scene organica, una sfera contemplativa piuttosto che una scenografia inanimata. Lo spazio della mostra permette a quadri, sculture, manufatti, testi, musica e publicazioni di agire come aspetti e presenze in un dialogo su come la pratica artistica può essere ripensata quale forma viva di espressione contemporanea. In giustapposizione, sarà inclusa nell’esposizione una selezione di sculture del dell’artista spagnolo Pablo Serrano (1908-1985) vissuto nel ventesimo secolo, per fornire un inedito confronto tre le idiosincrasie delle loro opere.
L’esposizione rimarrà aperta dal 13 maggio al 26 novembre 2017, dalle 10 alle 18, chiuso il Lunedì, al Fondaco Marcello, San Marco 3415, Calle del Traghetto o Ca’ Garzoni, 30124 Venezia.
Per ulteriori informazioni, visitare http://biennalezobel.ayalamuseum.org.
Massimo Manfregola
11/5/2017
Credits: Ufficio Stampa Fiorella Girardo, Spriano Communications
Nella foto di copertina del 1966 Fernando Zóbel è ritratto nel Museo di Arte Astratta Spagnola a Cuenca da lui fondato
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