Gran Sasso, Campo Imperatore è la regina d’Europa della neve naturale ma il futuro è incerto
ASSERGI – La neve ha sempre avuto un rapporto speciale con Campo Imperatore, la stazione sciistica più alta dell’Appennino che sorge nel cuore del Gran Sasso, estendendosi su un vasto altopiano di orgine glaciale, dove nel punto più alto si superano abbondantemente i duemila metri di altitudine.
Fu battezzato “Piccolo Tibet”, dall’eclettico scrittore e alpinista Fosco Maraini profondo conoscitore dell’Asia, proprio perché la sua configurazione geologica ricorda la pianura di Phari-Dzong, sulla strada tra l’India e Lhasa. In questi giorni Campo Imperatore è fra le stazioni invernali europee più ricche di neve naturale, grazie alle precipitazioni che in questo teatro naturale meravigloso, stretto fra il mare Adriatico e il Tirreno, sono così copiose e persistenti da accumulare anche muri di oltre i cinque metri di coltre bianca.
Un paradiso per gli sciatori, soprattutto per quelli del comprensorio aquilano, che possono raggiungere con disinvoltura i 15 Km di piste da sci di Campo Imperatore comodamente in funivia, dopo aver lasciato l’auto nella stazione di Fonte Cerreto, a pochi chilometri dal paesino di Assergi e dall’autostrada A24 Roma-Teramo. Non è un caso che il Gran Sasso, custodisca il ghiacciaio più meridionale d’Europa, quello del Calderone, che d’estate è possibile raggiungerlo passando comodamente dal Rifugio Franchetti, sul versante teramano di Prati di Tivo, e ancora per la Sella dei due Corni in direzione del Corno Grande (2.912 metri), la cima più alta della montagna Abruzzese.
Campo Imperatore, salita alla ribalta della storia anche perché l’omonimo albergo che sorge all’arrivo della funivia fu anche la prigione di Benito Mussolini dal 28 agosto al 12 settembre del 1943, è una sorta di perla per gli sciatori e per gli amanti di scialpinismo. Gli impianti di risalita, che si sviluppano all’estremità occidentale dell’altopiano, tra la valle detta delle Fontari e il Monte Scindarella, dispongono inoltre di uno snow park per lo snowboard, con piste half pipe e boarder cross, e di un anello per lo sci di fondo, cui si aggiungono oltre 60 km per lo sci nordico.
Punto di osservazione paesaggistica di immenso valore, Campo Imperatore è anche un laboratorio scientifico astronomico, perché le due cupole argentate che sorgono come sentinelle sulle pendici meridionali del monte Aquila, in direzione verticale con il Rifugio Garbaldi che si scorge a 2230 metri nella conca di Campo Pericoli, nascondono al loro interno due telescopi di grande interesse tecnologico, uno di tipo Schmidt americano (quello nella cupola ovest) e l’altro a sensori infrarossi Swircam di tipo AZT-24, di costruzione sovietica.
Se la posizione favorevole e paesaggistica di Campo Imperatore rendono questa stazione turistica un’ottima opportunità per la pratica degli sport invernali nell’Italia centrale, la pessima vocazione turistica e organizzativa degli operatori del posto mettono in serio pericolo il futuro di questo autentico paradiso naturale, più volte scelto come set cinematografico per le scenografie di molti film e spot pubblicitari delle più importanti Case automobilistiche mondiali.
Il Comune dell’Aquila, che con la società per azioni Ctgs (Centro Turistico del Gran Sasso), gestisce la Funivia di Fonte Cerreto, l’Albergo di Campo Imperatore e gli impianti da sci del comprensorio locale “Fontari” e “Scindarella”, non ha mai offerto prova di lungimiranza e di capacità imprenditoriali sufficientemente ragionevoli per rilanciare il turismo invernale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Fallito il tentativo di istituire un “Distretto turistico montano del Gran Sasso” capace di fare sistema fra le grandissime potenzialità del territorio e l’impresa locale, sul futuro del turismo invernale di Campo Imperatore si addensano nubi minacciose.
Un progetto di rilancio e di riqualificazione del comprensorio sciistico del Gran Sasso d’Italia richiede strategie innovative e soprattutto una politica d’impresa consapevole del potenziale economico di un territorio che, per le sue caratteristiche, potrebbe diventare un formidabile volano per l’economia regionale e del centro-sud Italia. La vicinanza alla Capitale e l’aeroporto di Pescara a poco più di un’ora di autostrada dalla Funivia di Fonte Cerreto, potrebbero diventare gli strumenti per allargare la domanda turistica oltre i confini regionali.
Un progetto ambizioso che richiede investimenti ingenti e una gestione del turismo completamente rinnovata rispetto a quello che si è fatto (o non fatto) fino ad ora. Una piccola rivoluzione culturale che darebbe nel giro di pochi anni i suoi frutti, anche nell’ottica di una ricaduta per nuovi posti di lavoro proprio in un momento dove è urgente tamponare quella che è la più grave congiuntura economica del paese dal Dopoguerra.
Infrastrutture fatiscenti
Innanzitutto è una teoria folle quella di pensare di incentivare il turismo invernale a Campo Imperatore (e di rimando anche quello estivo) senza una struttura alberghiera in grado di offrire il comfort adeguato per uno stazionamento in quota su un’area come quella dove sorgono le piste da sci al cospetto della cima più alta degli Appennini. L’Albergo di Campo Imperatore, ormai fatiscente, è una struttura nata negli anni trenta con l’avvento del fascimo per rilanciare un progetto di sviluppo turistico sul Gran Sasso. Il progettista piemontese Vittorio Bonadè Bottino che disegnò l’Albergo, seguendo quello che era lo stile del Razionalismo italiano dell’epoca, ideò una struttura a pianta semicircolare, che ricorda in parte quella che realizzò al Sestriere. La mancanza di interventi strutturali adeguati e la carenza di manutenzione, hanno portato la struttura al collasso. Le camere, con gli angusti servzi, cadono letteralmente a pezzi e gli sforzi delle società private che ogni anno prendono faticosamente in gestione la struttura alberghiera dal Comune dell’Aquila nella speranza di offrire continuità al servizio a prezzi stracciati hanno finito per riporre i remi in barca.
Per non parlare dell’Ostello di Campo Imperatore, la bella struttura che sorge all’arrivo della Funivia di Fonte Cerreto che non ha mai conosciuto quel rilancio che tutti i turisti e gli appassionati di montagna si sarebbero aspettati. D’estate è funzionamente un piccolo bar che offre un minimo di accoglienza ai numerosi turisti che salgono fino a Campo Imperatore sia in automobile che in funivia. Ma il ristorante panoramico che tutti si aspettavano non è mai partito. Anche il servizio camere con doccia, utilissimo per gli escursionisti come “campo base” per le ascensioni alle vette del comprensorio non ha mai trovato terreno fertile nelle politiche di rilancio turistico della montagna abruzzese.
Punti ristoro e servizi inadeguati
Persino i punti di ristoro per gli sciatori sono lasciati in uno stato di completo abbandono. Quello più a valle, il Fontari, è l’unico punto dotato di piccoli servizi igienici fra tutte le piste di Campo Imperatore, fungedo all’occorrenza anche da bar e punto di accoglienza per gli sciatori che vogliono fare una sosta per rifocillarsi e godersi il favoloso e immacolato panorama montano. Nel corso degli anni non è stata apportata nessuna miglioria e nessuna manutenzione alla struttura che, vista la sua posizione strategica, potrebbe offrire sia d’inveno che d’estate un servizio bar-ristorante di grandissima importanza, anche legato al consumo dei prodotti caseari locali dei pascoli estivi. Nonostante la bella giornata di sole di marzo inoltrato, trovare posto per consumare comodamente un pasto sia all’interno che all’aperto della struttura è un’impresa difficile e svilente, soprattutto per la mancanza cronica di panche e tavoli. Insomma, c’è carenza di quelle che sono le condizioni di base per offrire un servizio dignitoso al turista che decide di passare una giornata sulle nevi naturali dell’altopiano di Campo Imperatore.
Urge una nuova seggiovia
Intanto c’è una piccola emergenza da risolvere: è in scadenza l’omologazione della seggiovia “Fontari-Campo Imperatore”, l’impianto che a Campo Imperatore collega la parte “bassa” del comprensorio con quella dell’Albergo e dell’Osservatorio astronomico. L’impianto esistente a 4 posti e di vecchia concezione è ancora funzionante, ma i problemi legati all’invecchiamento della struttura rende difficoltoso il suo regolare funzionamento. Nel febbraio scorso c’è stato uno “scarrucolamento” della fune metallica che sostiene i sedili per il trasporto degli sciatori. Per fortuna in quel momento non vi erano persone sull’impianto che, a seguito del forte vento, è andato pericolosamente in panne, richiedendo un intervento di manutenzione straordinaria d’emergenza, anche perché a quanto pare, le rullerie anti-scarrucolamento erano state sì acquistate, ma da un paio d’anni giacevano ancora in un magazzino avvolte nel cellophane originale senza che venissero appositamente montate per scongiurare quello che si è verificato sul pilone numero 7 dell’ormai vetusto impianto che è la spina dorsale del centro turistico invernale.
Il Comune dell’Aquila ha intanto indetto un bando di gara per la messa in opera della nuova seggiovia sei posti “Campo Imperatore – Osservatorio” con ammorsamento automatico, che sostituirà l’obsoleta quadriposto “Fontari – Campo Imperatore”. L’importo complessivo a base di gara è di euro 6.663.000,00 oneri di sicurezza compresi. I lavori dovranno essere completati in un tempo massimo di 180 giorni, con un’offerta tecnica che prevede anche l’ottimizzazione della scelta del nuovo tracciato di linea rispetto alle condizioni ambientali del luogo, e una proposta di costruzione di un edificio chiuso per la stazione a monte della nuova seggiovia rivestito esternamente in scaglie di pietra.
La stazione fantasma di Fossa
Nell’oceano dei tanti soldi spesi male per colpa delle politiche inadeguate del Bel Paese vi è traccia anche sul Gran Sasso, nell’ambito dell’ambizioso e fallimentare progetto turistico di Fossa Paganica e Monte Cristo, al cospetto del comprensorio di Campo Imperatore. Doveva essere una delle stazioni sciistiche più importanti del centro-Italia, e sono stati spesi (malissimo) miliardi delle vecchie lire per costruire uno scheletro di strutture mai completate e di sei skilift che segnano il profilo della montagna come una vecchia ferita che testimonia la vergognosa e la irresponsabile incapacità della politica locale. Possiamo solo augurarci che tutto questo non si ripeta.
Massimo Manfregola
Twitter: masman007
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