Carriera motociclistica finita per Romano Fenati dopo il fattaccio di Misano
ROMA – La telecamera è impetosa quando, nella gara di Moto2 nel GP di San Marino sul circuito di Misano Adriatico, registra il gesto inqualificabile di Romano Fenati che pinza il freno della moto suo avversario, Stefano Manzi, in pieno rettilineo ad oltre 200 all’ora.
Quelli che da decenni vivono di pane e motori ad ogni latitudine del globo, pensavano di averle viste tutte. Ma il tentativo di “rallentare” l’avversario pizzicando il freno della moto del rivale in piena accelereazione è una manifestazione da reato penale. La moto di Stefano Manzi, 19enne riminese, accenna ad un sussulto sulla ruota anteriore, poi riprende per fortuna senza conseguenze. Ma non osiamo pensare cosa sarebbe potuto accadere se il potente morso del freno avesse indugiato la sua pressione sul disco della Suter MMX2 per un altro istante.
La direzione gara ha esposto la bandiera nera al 22enne pilota di Ascoli Piceno, che non è nuovo a queste intemperanze sempre sopra le righe. Ma questa volta l’ha fatta grossa. Più che le due giornate di squalifica comminate all’esuberante pilota marchigiano, pesa la decisione della sua squadra, il Marinelli Snipers Team che lo licenzia in tronco a sei gare dalla fine della stagione agonistica.
Ma anche il suo futuro sembra ormai segnato, visto il comunicato stampa della MV Agusta che lo inchioda alle sue responsabilità e titola: Frenati non fa più parte del nostro progetto. Alludendo al contratto che avevano stipulato per il 2019. La Casa di varesina spiega che non intende essere rappresentata da Frenati per la stagione che vedrà il ritorno della Mv Agusta nelle massime competizioni sportive, in particolare nel campionato mondiale Moto2. Poi il comunicato continua con un virgolettato del presidente di Mv Agusta, Giovanni Castiglioni che tuona dicendo: «In anni di sport non ho mai visto un comportamento così pericoloso. Un pilota simile non rappresenta minimamente i valori del nostro marchio. Per questo non vogliamo che sia lui a riportare in pista MV Agusta nel Motomondiale». Capitolo chiuso.
Corsi e ricorsi storici
Situazioni di intemperanza in tempi non sospetti il pilota marchigiano ne aveva mostrati anche quando era considerato da tutti l’astro nascente del motociclismo mondiale. Lo stesso Valentino Rossi lo aveva voluto nella sua Academy e quindi nel 2014 nel team Sky Racing VR 46.
In Argentina, era il 2015, sul circuito di Termas de Rio Hondo, rifilava un calcio alla carrozzeria del rivale finlandese Niklas Ajo nel corso del warm-up. Allora fu solo retrocesso in ultima fila. Poi una furibonda lite con Alessio “Uccio” Salucci, il braccio destro del «Dottore», nonché direttore sportivo dello Sky Racing Team Vr46 e gestore della Vr46 Riders Academy. È la fine del rapporto con Valentino Rossi e il suo entourage. Così il focoso Romano Fenati, simpaticamente soprannominato da Valentino Rossi come «Cinghialotto», per il suo fisico corpulento, è fuori dalla squadra nel 2016.
Ipotesi di reato per tentato omicidio
Tentato omicidio. È questa l’ipotesi del reato d’accusa che la Procura di Rimini dovrebbe vagliare dopo l’esposto della Codacons, l’associazione di tutela dei diritti di utenti e consumatori.
Insomma per Romano Fenati, che dopo il fattaccio ha riconosciuto di aver commesso una grave “intemperenza” anche attraverso un articolato comunicato stampa apparso sul suo sito web, si prevedono tempi bui e magari di profonda riflessione.
Il mondo del motorsport ha preso giustamente le distanze da questo episodio (un po’ meno la direzione gara), a conferma di quanto siano saldi i valori umani e sportivi a tutela della migliore tradizione delle gare motociclistiche. Un monito per tutti coloro che non riescono a tenere sotto controllo l’innalzamento del tasso adrenalinico.
Massimo Manfregola – giornalista
11/9/2018
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