Salvare vite è il mio mestiere
FOGGIA – La Capitanata è riuscita a spiccare il volo per efficienza e organizzazione nel servizio di elisoccorso del 118 per Centro-sud Italia. Un punto di riferimento per l’intera Penisola, perché oltre a Foggia, il servizio di trasfusione di sangue a bordo è attivo solo a Bologna e a Grosseto. In gergo tecnico si chiama «progetto Blob» ed è una prestazione medica d’emergenza in grado di salvare vite umane di pazienti politraumatizzati.
È la prova che anche in Puglia esistono delle perle rare, grazie alla operosità di un gruppo di persone altamente specializzate che ogni giorno riescono a fare la differenza rispetto a molte organizzazioni sanitarie italiane, innalzando il 118 di Foggia quale terzo polo di eccelenza per il soccorso su velivoli speciali, opportunamente attrezzati per interventi che in alcuni casi possono cambiare a lieto fine la sorte di coloro che erano ad un passo da un infausto destino.
Se è vero che il contributo individuale contribuisce al benessere collettivo, allora la persona a cui dobbiamo tutto questo ha un nome e cognome: Vincenzo Colapietro. Medico rianimatore del 118, Colapietro, medico foggiano classe 1957, ha speso ben 18 anni di tutta la sua vita professionale nell’approfondomento dell’Emergenza-urgenza nella grande area della provincia di Foggia e di quella dell’area nord della provincia di Barletta.
Con la partecipazione dell’Alidaunia, la società che gestisce il soccorso con elicotteri del 118, anche con l’utilizzo di sistemi di ultimissima generazione come l’HEMS (Helicopter Emergency Medical Sistem) e il PBN (Performance Based Navigation) che consentono il volo notturno con estrema precisione sui velivoli AW169 in dotazione alla flotta foggiana, Vincenzo Colapietro ha fortemente voluto l’abilitazione del progetto BLOB (Blood on board) asieme al dottor Tommaso Marzano, responsabile medico dell’elisoccorso di Foggia, e alla sensibilità del Policlinico foggiano. Ed è così che oggi il servizio di elisoccorso del 118 di Foggia è in grado di fornire una prestazione di soccorso di massima utilità nella gestone di una grave emergenza politraumatologica, grazie al trasporto a bordo del velivolo di sacche di sangue universale 0RH negativo oltre alla dose di 2 grammi di fibrinogeno, indispensabile alla coagulazione. Un approccio alla prevenzione e al salvataggio di vite umane che porta ad un incremento pari a circa il 15% della possibilità di sopravvivenza in ambito pre-ospedaliero.
La testardaggine di Vincenzo Colapietro ha trovato riscontro proprio a seguito di una brutta disavventura di un agricoltore di Stornarella, che nel marzo scorso, a seguito di un incidente con il suo trattore, aveva subito l’amputazione di una gamba. Sarebbe andato incontro a morte sicura per grave emorragia se l’elisoccorso del 118 non avesse effettuato una rapida trasfusione di sangue e quindi stabilizzato lo sfortunato 35enne prima del trasporto in ospedale che è avvenuto in tutto in appena 8 minuti!
Fatti di cronaca che esaltano quindi l’organizzazione e il forte senso di responsabilità di operatori della sanità pubblica che trovano nel proprio lavoro quotidiano quel senso di rispetto dentologico per un impegno che viene profuso a 360 gradi e scevro da ogni condizionamento di carattere politico. Come nel caso della operatività di un’ambulanza bariatica, per il trasporto di persone con grave obesità, che proprio Vincenzo Colapietro è stato capace di realizzare sempre nello spazio di tempo degli ultimi nove mesi in cui ha svolto le funzioni di direttore della centrale operativa del 118 di Foggia.
Una realtà che ci rende orgogliosi, anche per l’opportunità che ci viene offerta di poter elogiare, diffondere e comunicare quello che dovrebbe essere la regola in un contesto sociale, civile ed organizzato. Non solo critiche e fango, dunque, ma l’esempio di coloro che sono nati per servire il Paese. Sono pezzi di un mosaico a colori capaci di vigilare sulla nostra vita.
Ma come sempre accade, dietro la superficie si nascondono le stranezze. Alludendo al fatto che il merito espresso sul campo, a volte, anzi spesso, viene sospeso e mortificato da convenienze politiche che dovrebbero restare fuori dalla sanità pubblica.
Massimo Manfregola – giornalista –
4/05/2021
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