Ecco il drone, il multirotore polifunzionale per aziende e privati
Con il primo volo pubblico europeo dell’aereo senza pilota “nEuron” si è ufficialmente aperta una nuova era nell’ambito del pilotaggio remoto
Dai “Predator“, aerei robot da ricognizione ad uso militare dal 2005, si è passati all’acquisizione di questa tecnologia anche per velivoli elettrici ad uso civile. Ecco che appaiono sul mercato i primi droni radiocomandati, multirotori multifunzione in grado di assecondare un range di utilizzo davvero eccezionale vista la loro versatilità e il loro facile utilizzo, legato soprattutto alle loro ridotte dimensioni e alle caratteristiche tecniche del velivolo. Dalla fotografia e alle riprese aeree, l’utilizzo dei droni di ultimissima generazione ha un impiego sempre più specializzato anche nell’ambito della protezione civile, dove sono struttati per trasportare medicinali e viveri di primaria necessità anche in zone impervie. Per la sorveglianza militare e civile, l’utilizzo di queste macchine volanti a propulsione elettrica è fondamentale, grazie ad un controllo satellitare che permette di pianificare e programmare a tavolino il piano di volo e quindi di rientro a terra con autopilota.
In commercio ve ne sono di diversi tipi e dimensioni. La tecnologia prevede soluzioni raffinatissime a livello strutturale ed elettronico. La struttura portante di un drone è di tipo stellare, dove sulle estremità sono posizionati motori elettrici ad alte prestazioni. La fibra di carbonio, kevlar e il titanio sono sono prevalentemente le componenti di questi piccoli agglomerati di ingengneria aeronautica. Funzionano con speciali batterie al litio a più celle e sviluppano una autonomia di volo di circa 10 minuti a seconda dei modelli. Un tempo apparentemente esiguo, ma sufficientemente ragionevole per coprire in poco tempo distanze ragguardevoli anche in ambienti ostili e all’interno di edifici pericolanti, nei quali risulta elevato il rischio per un eventuale intervento di personale di soccorso. Come per i Predator, prodotti e venduti dalla società statunitense General Atomic Aeronautical Systems, anche molti droni attualmente in commercio adottano una tecnologia americana, anche se in Italia sono numerose le aziende produttrici che si stanno imponendo sul mercato nazionale ed europeo. Un velivolo di questo tipo a multirotori può raggiungere un’altezza massima anche superiore ai 150 metri ed essere progettato per gestire telecamere e macchine fotografiche professionali superleggere e compatte del peso di appena 74 grammi, come nel caso della GoPro.
Un drone professionale può arrivara a costare anche 20 mila euro. Ma in commercio ci sono modelli pronti al volo del costo di circa 600 euro. Tutto dipende dal tipo di utilizzo che si vuole fare e soprattutto dal livello di personalizzazione in funzione del loro utilizzo. È da premettere che pilotare un multirotore con queste caratteristiche non è affatto un gioco: manovrabilità, gestione e applicazioni satellitari di sicurezza necessitano di una conoscenza approfondita della materia e soprattutto di una responsabilità e di un impegno professionale di altissimo livello. Ogni dettaglio viene studiato a tavolino. Ogni nuovo accessorio viene testato. Ogni elemento viene sostituito dopo un certo numero di ore, e la manutenzione ordinaria è di tipo completa dopo ogni volo. Nulla è lasciato al caso!
Intanto la velocità di sviluppo di queste nuove tecnologie sta aprendo nuovi orizzonti per le sue applicazioni. Gli obiettivi che prima erano raggiungibili solo ed esclusivamente con un elicottero e con un piccolo aereo da turismo, oggiAggiungi un appuntamento per oggi è possibile raggiungerli disponendo una tecnologia di questo tipo, e di gran lunga più economica rispetto ai sistemi tradizionali, che si spera trovi sempre maggiori applicazioni per i fabbisogni reali dell’uomo e per la salvaguardia e il monitoraggio del territorio animale e vegetale.
Massimo Manfregola
L’articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2013