Biblioteca di San Francesco, cuore e bellezza storica della cultura imolese
IMOLA – È una delle tante testimonianze dell’immenso patrimonio artistico d’Italia, che esercita il suo fascino anche nei piccoli centri della provincia emiliana e romagnola, come ad esempio la Biblioteca Comunale di Imola. Antica sede dell’antico convento trecentesco di San Francesco, poi ampliato dai lavori dall’architetto bolognese Alfonso Torreggiani prima e poi dall’imolese Cosimo Morelli fra il 1749 e il 1762, rappresenta uno dei palazzi storici di grande interesse culturale locale e nazionale.
Sempre nell’edificio troviamo anche la trecentesca chiesa inferiore di San Francesco, arricchita di pregevoli testimonianze pittoriche, rinvenute a seguito di un recente restauro, sotto strati di calce e di intonachi, fra cui la Madonna della Misericordia tra angeli e santi, rappresentazione del panorama artistico imolese dell’età gotica.
Attraverso la monumentale scala che ammette al primo piano della biblioteca, opera del Torreggiani, è possibile accedere al cuore dell’edificio, che raccoglie circa 13.000 volumi con alcune rarità bibliografiche e testimonianze uniche della storia imolese. Testi miniati della Divina Commedia di Dante Alighieri fanno bella mostra nella esposizione ubicata nel corridoio di accesso alle sale di lettura. La disponibilità del personale interno è un ulteriore motivo di interesse – molto apprezzato – per farsi guidare attraverso quelle che sono gli scorci più suggestivi e artisticamente più interessanti di quella che è stata una biblioteca conventuale.
In bella vista anche alcuni busti e ritratti di personaggi che hanno fatto la storia di questo luogo che è tutt’ora depositario di una tradizione culturale unica nel suo genere. Fra questi anche il ritratto dell’allora vescovo di Imola, il cardinale Giovanni Maria Fastai Ferretti, che nel conclave del 1846, convocato a seguito della morta di Papa Gregorio XVI, che venne eletto papa dopo quattro scrutinii, con il nome di Pio IX.
Di particolare bellezza artistica e scenografica è l’Aula Magna della Biblioteca di Imola, di cui l’architetto Cosimo Morelli fu incaricato della realizzazione della libreria a due ordini di scaffali, mentre la volta fu affrescata nel 1768 dai pittori Alessandro Dalla Nave e Antonio Villa, con decorazione illusionistica raffigurante una balconata con lucernai, e con parti in stucco e finti marmi.
Alla fine del secolo XVIII, con la soprressione napoleonica dei conventi e la confisca di ogni edificio appartente agli ordini religiosi, anche la biblioteca conventuale di San Francesco subì lo stesso destino, al punto da acquisire le altre librerie religiose cittadine. A partire dal 1811 la Libreria di San Francesco divenne stabilmente municipale e per tutto l’Ottocento e il Novecento si arricchì dei lasciti di privati cittadini che donarono collezioni pregevolissime.
Il suo centro di attività culturale ha trovato un suo consolidamento anche grazie alla «Biblioteca popolare circolante Andrea Ponti», fondata nel 1900 dalla contessa Maria Pasolini Ponti, e alla «Biblioteca giardino per ragazzi», aperta all’inizio degli anni Sessanta.
Dettaglio curioso ed interessante è l’espesizione, sotto il porticato d’ingresso dell’edificio, è l’esposizione delle antiche macchine tipografiche utilizzate dall’inizio del Novecento del secolo scorso fino a circa la sua metà, fra quelle della notissima tipografia Galeati di Imola, fondata da Ignazio Galeati, padre di Paolo, che unì all’attività agraria nel 1816 quella di tipografo, quando con il socio Giuseppe Benacci prese in affitto la tipografia del Seminario Vescovile, per poi acquistarla nel 1824.
la tipografia Galeati di Imola ottiene l’incarico di stampare l’edizione nazionale delle opere di Giuseppe Mazzini: si tratta di 106 volumi, che saranno pubblicati tra il 1906 e il 1943.
Oggi la Biblioteca Comunale può contare su di un patrimonio di circa 450.000 volumi, di cui 80.000 antichi, ed i recenti lavori di restauro hanno permesso di aprire al piano terra una ampia sezione di opere a scaffale aperto di narrativa italiana e straniera, saggistica, guide di viaggio, riviste e quotidiani, molto frequentata dagli imolesi. La Sala Archivi è riservata allo studio di manoscritti, libri rari e documenti d’archivio.
indirizzo: via Emilia 80
telefono: +39 0542 602636
fax: +39 0542 602602
orari: consulta gli orari di apertura sul sito della Bim
www.bim.comune.imola.bo.it
Massimo Manfregola – giornalista
17/5/2018
Credits: http://www.imolacentrostorico.it – http://www.pianurareno.org
Foto: © Massimo Manfregola
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