Nella cucina di Taiwan c’è sempre più olio italiano Le importazioni sono cresciute del 41,4%
TAIPEI (RDC) – Taiwan costituisce un mercato di 23 milioni di consumatori di olio extra vergine d’oliva italiano che dispongono del 3° potere di acquisto in Asia, con un livello di vita simile a quello europeo ed offre buone prospettive per i produttori italiani di alimentari di qualità.
L’interscambio commerciale tra Italia e Taiwan nel 2014 è stato superiore a 4 miliardi di dollari con una quota di mercato dello 0,7%. Le importazioni dall’Italia hanno registrato un valore pari a 2,243 miliardi di USD con una crescita del 9,96%. Fra i maggiori prodotti importati dall’Italia i circuiti elettronici, medicinali, articoli di pelletteria, automobili, calzature, gioielleria. L’Italia è il 4° partner commerciale all’interno dell’EU in termini di valore. I dati emergono dal seminario e workshop sull’olio extra vergine di oliva organizzato dall’ufficio dell’Agenzia ICE di Taiwan con la collaborazione di Unaprol, consorzio olivicolo italiano.
La produzione globale agroalimentare di Taiwan ammonta in valore a circa a 22 miliardi di USD all’anno e l’industria alimentare contribuisce per il 14% alla formazione del prodotto interno lordo. I settori che generano più profitto sono quelli delle conserve dei surgelati e dei prodotti essiccati. I produttori locali si trovano principalmente nel centro e sud di Taiwan per le condizioni climatiche più idonee e per i prezzi dei terreni più favorevoli. Mangiare e bere nella cultura taiwanese riveste un ruolo fondamentale. Inoltre per i taiwanesi i cibi stranieri costituiscono un’attrazione notevole. Il mercato dei prodotti agroalimentari si caratterizza perché maturo con una rete distributiva ben strutturata. «I prodotti italiani sono legati ad un’immagine positiva tra i cittadini di Taiwan perché associati al lusso e perché sinonimo di qualità». Afferma Chiara Petrò direttore dell’ufficio agenzia ICE di Taipei che aggiunge: «il made in Italy rappresenta un’attrattiva crescente per il modo di vivere e per la qualità della gastronomia occidentale di cui l’Italia è punto di riferimento indiscusso».
I tre quarti della popolazione di Taiwan consuma almeno 5 pasti la settimana fuori casa e spende una media di 3900 NT$ mensili nei ristoranti (4° posto in Asia). In quest’ottica va inquadrato l’aumento delle importazioni di olio di oliva che nel 2014 sono cresciute del 41,4% rispetto all’anno precedente raggiungendo il valore di 43,5 milioni di dollari.
Le esportazioni italiane nel 2014 hanno registrato un amento del 51% rispetto al 2013 raggiungendo un valore complessivo di 27,13 milioni di dollari. Il nostro Paese resta di gran lunga il principale fornitore di olio d’oliva a Taiwan detenendo su questo mercato una quota del 62,3%.
Dal seminario Agenzia ICE Unaprol, cui hanno preso parte cento tra giornalisti, opinion leader, autorità di Taiwan, ristoratori e importatori emerge, altresì, che il mercato dell’olio d’oliva in generale a Taiwan si sta espandendo e diversificando grazie alla domanda di consumatori orientati all’acquisto di prodotti biologici e di alta qualità in genere.
«Il richiamo ad uno stile di vita qualitativamente superiore e di abitudini alimentari più salutari sono un efficace modo di promozione del nostro made in Italy». Ha affermato David Granieri, presidente di Unaprol che plaude alla collaborazione con l’Agenzia ICE che ha già permesso ad un significativo numero di imprese olivicole italiane di affermarsi sul mercato di Taiwan.
I principali prodotti esportati dall’Italia sono*:
Olio d’oliva (27,150 milioni USD), 62,3% (1°) del mercato
Cacao e cioccolato (circa 28 milioni USD), 20,79% (1°) del mercato
Pomodori (3,5 milioni USD), 33,3% (1°) del mercato
Pasta (circa 6 milioni USD), 19,5% (2°) del mercato
Formaggi (5,785 milioni USD), 4,26% (3°) del mercato
Caffè (4,592 milioni USD) quota di mercato 3,87% (3°)
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Credits: Ufficio Stampa Unaprol
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