Ddl sull’Editoria, il governo taglia con i soldi dei giornalisti

apr 04, 2016 No Comments by

ROMA – Sulla scia della lettera inviata a titolo personale dai presidenti di due Ordini regionali (Lombardia e Lazio), molti membri del Parlamento si sono sentiti autorizzati a parlare di ridimensionamento del numero dei componenti del Cnog (Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti) infischiandosene altamente delle garanzie costituzionali riguardanti il principio democratico della rappresentanza e del diritto di tribuna. Perché? Perché in quella famigerata lettera i due presidenti hanno citato due paroline magiche: spending review. Abbagliati dal fatto che il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti è un Ente di diritto pubblico, i parlamentari credono di poter intervenire sui suoi beni economici come se si trattasse dei soldi delle tasse dei cittadini.

Ebbene: il Cnog non percepisce alcun tipo di finanziamento pubblico. Nelle sue casse non sono mai entrati né mai entreranno i soldi dello Stato. Anzi: una parte dei suoi introiti (varie marche da bollo e tasse versate dai colleghi per le pratiche di rito) viene consegnata proprio alle casse statali. L’Ordine dei giornalisti infatti si autofinanzia, principalmente con il denaro relativo alle iscrizioni all’Albo e al rinnovo della tessera annuale.

E mettiamo bene i puntini sulle i: sono i singoli Ordini regionali, autonomamente, a stabilire anno per anno quale sia l’importo da versare in proposito. E sono sempre gli Ordini regionali a gestire tali entrate, mandandone una parte di spettanza all’Ordine nazionale, il quale la utilizza secondo quanto stabilito dal bilancio (bilancio controllato e certificato) in base alle leggi vigenti. Una parte ragguardevole di questo denaro viene utilizzata per la formazione permanente continua. Anzi, a dirla tutta viene restituita proprio agli Ordini regionali affinché organizzino eventi formativi gratuiti a beneficio dei propri iscritti. In linea di massima, mentre il Cnog effettivamente utilizza gli importi per la formazione – e prova ne siano tutti i corsi fruibili direttamente online e i relativi quiz che danno diritto ai crediti correlati, oltre a quelli vis à vis – non sempre il regionale spende denaro per organizzare gli stessi corsi, anzi spesso “sfrutta” l’iniziativa degli enti e delle associazioni che ne organizzano a proprie spese per la formazione gratuita che risulta ufficialmente offerta dal Consiglio regionale stesso.

Di conseguenza, non si capisce bene il riferimento a una denominazione così impropria come quella di “spending review” come scusa per decimare il Cnog (portandolo a 36 membri di cui 24 professionisti e 12 pubblicisti, senza che tutte le 20 regioni siano rappresentate dai propri giornalisti) se non per cercare di convincere proprio quei parlamentari che nulla sanno del nostro ordinamento giornalistico, che dei soldi pubblici (immaginari) verrebbero così risparmiati. Non è vero assolutamente. Non c’è in ballo alcun denaro pubblico ma solo quello nostro. Di tutti noi giornalisti: professionisti e pubblicisti (che – ricordiamolo – pagano il medesimo importo per il rinnovo della tessera pur non essendo rappresentati allo stesso modo).

Non solo: senza più il Cnog, verrebbero forse abbassate le quote di iscrizione all’Albo o quelle annuali? Non crediamo proprio. Proprio perché si parla di “risparmio” e non di rimborso. Però una cosa certa c’è: i Consigli regionali avrebbero molti soldi in più da gestire, e soprattutto quelli di Lombardia e Lazio, visto che sono i più numerosi e con le quote annuali più elevate.  E a quali soldi potrebbe essere lecito pensare che mirino esattamente questi presidenti? Proprio a quelli della formazione a quanto pare, visto che all’interno della tanto – da loro – decantata “riforma” (e da loro dichiaratamente voluta) si chiede al Governo di togliere al Cnog innanzitutto le competenze sulla formazione. Ovviamente il Cnog, ridotto a 36 membri, non sarebbe più in grado di gestirla e allora chi se ne potrebbe occupare se non i consigli regionali stessi? E a quel punto la quota dovuta al Cnog rimarrebbe nelle casse locali. Sì, un risparmio ci sarebbe, visto l’andamento della formazione attuale e le poche spese sostenute di fatto da alcuni ordini regionali al riguardo.

Ma state pur certi che non si tratta di risparmi per i giornalisti né per le casse dello Stato perché nessun cittadino italiano ha mai finanziato con le proprie tasse l’Ordine dei giornalisti, anzi semmai ne ha beneficiato visto che è l’Ordine a versare alle casse statali. E poi c’è un dubbio che ha sollevato tempo fa il «Corriere Laziale», relativamente al fatto che la presidente del Consiglio regionale del Lazio, Paola Spadari, si sarebbe fatta rimborsare alcune spese personali con i soldi delle casse del suo Ordine dichiarandole “spese di rappresentanza”. Senza entrare nel merito di una battaglia quasi personale ingaggiata tra quel  giornale e l’Ordine del Lazio, tutto considerato noi speriamo soltanto che i presidenti degli Ordini regionali che hanno firmato la lettera indirizzandola a tutti i membri della Camera e firmandola a nome di tutti gli iscritti al loro Albo (!) abbiano già in mente come utilizzare a beneficio dei colleghi le maggiori entrate di cassa che deriverebbero dalla decimazione del Cnog e dalla richiesta presentata al Governo di decidere quali competenze levare al Cnog e passare a loro.

Daniela Molina

4/4/2016

Nel servizio curato da Massimo Manfregola molti consiglieri nazionali  dell’Ordine dei giornalisti spiegano le molteplici criticità di un disegno di legge discusso alla Camera e ora al vaglio del Senato. Hanno preso la parola il vice presidente nazionale dell’Odg, Santino Franchina e i consiglieri nazionali Antonio Sasso, Aurelio Biassoni, Vito Scisci, Daniela Molina e Angelo Baiguini.

Twitter: https://twitter.com/masman007

Follow us on: https://www.facebook.com/MasmanCommunication

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati:

https://www.masman.com/communications/giornalisti-massimo-manfregola-ordine-dei-giornalisti/?lang=it

https://www.masman.com/communications/manfregola-roma-i-giornalisti-protestano-contro-ddl-legge-bavaglio-per-vietare-intercettazioni/?lang=it

https://www.masman.com/communications/manfregola-giornalisti-liberta-stampa-negata-minaccia-pistola/?lang=it

https://www.masman.com/communications/lentrata-in-vigore-dellobbligo-mediazione-assistita-giustizia-delega-cittadini/?lang=it

https://www.masman.com/communications/life-style-presidente-mattarella-vetrina-sobrieta/?lang=it

https://www.masman.com/communications/riformare-punti-fondamentali-giustizia-fisco-2/?lang=it

https://www.masman.com/communications/giornalisti-scuola-rambo-per-missioni-nelle-aree-crsi/?lang=it

https://www.masman.com/communications/antimafia-segreto-professionale-per-i-giornalisti-pubblicisti/?lang=it

Primo Piano

About the author

The author didnt add any Information to his profile yet
No Responses to “Ddl sull’Editoria, il governo taglia con i soldi dei giornalisti”

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.

Masman Communications © 2014 - 2023 di Massimo Manfregola - Tutti i diritti riservati - Le foto presenti su www.masman.com sono state in larga parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo. Note Legali