Dieselgate, il ministro Del Rio: in Italia oltre 709 mila autovetture coinvolte
ROMA – Sono 709.712 i veicoli coinvolti in Italia nel caso «dieselgate» sulle emissioni truccate di alcune motorizzazioni Euro 5 della Volkswagen. Ad annunciarlo è stato il ministro dei Trasporti Graziano Del Rio, in audizione alla Camera, su comunicazione della Casa di Wolfsburg, proprio nel momento in cui si percepisce la sensazione che gli interessi in ballo della seconda Casa automobilistica del mondo dopo la giapponese Toyota siano tali da ridimensionare il clamore a livello mediatico rispetto a quanto è emerso fino ad ora.
Il ministro in questione non ha esistato ad aprostrofare come «truffa riconosciuta» quella che ha coinvolto circa 8 milioni di autovetture in tutta Europa, interessando i marchi Volkswagen, Audi, Skoda e Seat. Sullo stesso piano del ministro Del Rio c’è anche l’Adiconsum, nella figura del presidente Pietro Giordano che ribatte: «Ha ragione il ministro Del Rio, siamo di fronte ad una truffa senza precedenti a danno dei consumatori. Chiediamo l’istituzione immediata di una Commissione al Parlamento europeo per indagare attraverso quali connivenze si sia potuto verificare tutto ciò. Riteniamo che il governo tedesco debba rispondere al Parlamento europeo per chiarire se era o no a conoscenza della vicenda e se intende avviare un’inchiesta per capire se all’interno delle sue istituzioni c’è stata tolleranza verso le pratiche fraudolente messe in campo dalla casa costruttrice tedesca».
Ma emerge un’altra beffa dalle brutta feccenda che mette a rischio tutto il mercato e l’indotto dell’automobile anche in Italia, è quello relativo alle normative sui nuovi metodi di omologazione dei motori diesel per quanto riguarda le emissioni di ossido di Azoto (NOx): «In merito poi alle nuove regole sui test di omologazione – continua Giordano – le decisioni prese dal Comitato tecnico legate più all’opportunità che al rigore ci hanno lasciato l’amaro in bocca. Crediamo, infatti, che la decisione di introdurre i test su strada solo a partire dal settembre 2017 per alcuni veicoli ed entro il 2019 per altri sia in realtà quanto di più sbagliato si possa immaginare e rappresenta una sconfitta per tutti i cittadini dimostrando come gli euroburocrati di Bruxelles si siano ancora una volta sottomessi alle pressioni delle case costruttrici ignorando i danni ambientali e i danni alla salute delle persone. Anche i tempi per ridurre le emissioni sono davvero considerevoli se addirittura i rappresentanti seduti al tavolo tecnico hanno dato tempo fino al 2021».
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