Papa Francesco chiede la benedizione al patriarca Bartolomeo e prega scalzo con l’imam nella Moschea Blu
ROMA – La visita di papa Francesco in Turchia è stata una risposta alla crisi siriana e a quella irachena, che generano lutti e terrore, oltre che profughi. L’incontro con il presidente Tuyyip Erdogan e con il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I sono stati gli incontri che hanno caratterizzato questo significativo viaggio del Pontefice. Ma il simbolo di questa visita di Bergoglio in Turchia rimarrà per sempre l’immagine in cui il Patriarca ecumenico ortodosso bacia il Papa dopo che questi gli ha chiesto umilmente il favore di essere benedetto insieme alla Chiesa di Roma. Un momento toccante che ha fatto il giro del mondo.
Piccoli gesti quelli ai quali ci ha abituato il vescovo di Roma, come la preghiera senza scarpe accanto all’imam nella moschea Sultan Ahmet di Istanbul, meglio nota come Moschea blu, che rendono ancora più densa di significato la missione del Papa in terra di Turchia.
Il viaggio del Pontefice a Istanbul, una volta Costantinopoli, porta d’oriente sul Bosforo, è una sorta di missione in un momento storico così particolare, perché apre una nuova prospettiva di dialogo cattolico-ortodosso. Una sorta di alleanza e di battaglia comune contro quello che è il nemico comune che divide le chiese e le religioni.
In un momento storico in cui la religione viene strumentalizzata al punto da diventare puro fanatismo distruttivo, la visita di papa Francesco in una terra di estremo “confine” com’è ora la Turchia, è una sorta di dichiarazione di pace e al tempo stesso una prova di grande temperamento della Chiesa che, attraverso la grande personalità del suo più alto rappresentante, non teme confronti.
Massimo Manfregola
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