Raffaele De Palma, il pugliese d’America più veloce del mondo

lug 08, 2019 No Comments by

ROMA – Chi ha vissuto nel Tavoliere delle Puglie, e conosce quelle terre del Subappennino dauno, secche e arse dal sole, può immaginare le atmosfere in cui vivevano i braccianti agricoli foggiani del secolo scorso. Ho provato le stesse sensazioni guardando le prime scene del film che racconta la favola a lieto fine di Ralph De Palma, il bambino di Biccari che diventò un asso del volante, dopo aver preso il largo dal porto di Napoli a soli 10 anni, con gli altri tre fratelli, per raggiungere il Sogno americano.copertina_film_ralph_de_palma

Pochi panni consumati dal tempo e rattoppati alla bene meglio e una valigia di cartone. Poche vettovaglie, messe alla rinfusa su un carretto di legno, era tutto quello che potevano permettersi le famiglie del meridione d’Italia quando la fame e la crisi li costringeva ad oltrepassare l’oceano in cerca di fortuna.carretto_de_palma

Ma la profondità degli sguardi e degli occhi di quei bambini provati dalla povertà e dalla fame, sono delle icone di quei tempi. Carlo Levi, durante il suo confino nella desolata Lucania, aveva conosciuto quegli sguardi e quella gente eternamente paziente, pur senza l’ombra del conforto e della dolcezza.

Un primo piano di Ralph De Palma in tenuta da pilota e il regista del film Antonio Silvestre

Un primo piano di Ralph De Palma in tenuta da pilota e il regista del film Antonio Silvestre

Nel docufilm di Antonio Silvestre, dedicato a Raffaele De Palma, l’uomo più veloce del mondo, emergono forti quelle sensazioni e quelle atmosfere semplici e spartane, di un territorio che ha saputo forgiare l’anima e le braccia di quelle genti costrette a fuggire e a ritrovare altrove, armati solo di una granitica dignità, quella buona sorte che gli è stata negata nel luogo in cui erano nati.

È una bella storia quella di Ralph De Palma, nato a Biccari, un pugno di case fra le dolci colline della Capitanata dove vicino sorge pure un lago degli antichi Japigi. Una storia a lieto fine, quella di un ragazzo che ha coltivato un sogno che lo ha portato a diventare uno dei piloti più rappresentativi d’America, tanto da riuscire a vincere, con una Mercedes, nel 1915, quando era già all’apice della sua carriera sportiva, una della gare simbolo degli yankee americani: la 500 Miglia di Indianapolis.

Ralph De Palma in una foto che lo ritrae in veste di pilota agli inizi della sua carriera, attorno al 1901

Ralph De Palma in una foto che lo ritrae in veste di pilota agli inizi della sua carriera, attorno al 1901

Nessun italiano, nella storia delle corse, è più riuscito in quella impresa, senza contare Mario Andretti, che è però di origine istriana, di Montona. Anche Mario Andretti all’età di otto anni dovette lasciare il suo paese quando il trattato cedeva l’Istria alla Jugoslavia di Tito nel 1948. Il grande Mario, vincitore della 500 Miglia di Indianapolis nel 1969 e campione del Mondo di F.1 con la Lotus nel 1978,  ebbe una vicenda umana molto simile, tanto che emigrò in America dopo un lungo periodo passato nel campo profughi di Pisa, prima di ottenere il visto per gli Stati Uniti.

De Palma è stato un uomo che ha saputo reinventarsi il futuro, nell’America delle opportunità e del boom industriale. Era un predestinato Raffaele, il cui nome nella versione americana è diventato Ralph, con la smania di misurarsi e di mettersi sempre in discussione. Cominciò con le pedalate in bicicletta, che fu il suo primo mezzo di locomozione; fino alle motociclette, che abbandonò quando riscoprì il fascino delle quattro ruote.

L'attore protagonista, nei panni di De Palma, Alessandro Tersigni, il piccolo Andrea Rizzi e Antonio Urbano Silvestre, nei panni del meccanico del glorioso pilota foggiano

L’attore protagonista, nei panni di De Palma, Alessandro Tersigni, il piccolo Andrea Rizzi (nei panni di De Palma bambino) e Antonio Urbano Silvestre, nel ruolo del meccanico che nelle gare sedeva al fianco del glorioso pilota foggiano

Dopo aver aiutato come garzone suo padre nella barberia di Brooklyn a New York, allora un quartiere ghetto, riservato solo agli emigranti italiani, si appassionò al mondo dei motori e quindi più avanti a quello delle autovetture, soprattutto quelle di lusso e di un certo lignaggio. Ne guidava diverse e quindi ne cambiava spesso grazie al suo lavoro di autista. Conosceva pregi e difetti di tutte le auto dell’epoca. La sua fama nell’ambiente dell’automobili cominciò a filtrare più veloce delle sue imprese sportive.

La presentazione a Roma, presso la Sala della Camera dei Deputati, avvenuta il 5 luglio scorso

La presentazione a Roma, presso la Sala della Camera dei Deputati, avvenuta il 5 luglio scorso

Il suo approccio alle automobili avvenne grazie al suo lungo tirocinio come autista privato di un ricco agente di automobili Allen, Moskovics. Fu propio lo stesso datore di lavoro a convincerlo nel partecipare ad alcune gare con le auto Allen, che allora non avevano un gran mercato. Fu quella una intuizione promozionale eccezionale, sia per le auto Allen che per De Palma.

Il numero 22 di Autosprint del 25 maggio 1976, riporta un servizio di Ralph De Palma, a firma di Charles G.Proche a vent'anni dalla sua scomparsa

Il numero 22 di Autosprint del 25 maggio 1976, riporta un servizio di Ralph De Palma, a firma di Charles G.Proche a vent’anni dalla sua scomparsa

Una serie di buffe peripezie furono la fortuna della Allen e quindi di De Palma, che fu prima contattato e poi ingaggiato dall’agenzia Fiat a New York che, notando lo stile di guida efficace e veloce pilota pugliese, lo sottrasse alla scuderia Moskovics, per fargli pilotare una potentissima Fiat Cyclone da 16mila centimetri cubici. Entrò dunque a far parte della scuderia Fiat, nella quale militavano allora Felice Nazzaro e Louis Wagner.

Nonostante non avesse ancora acquisito la cittadinanza americana, nel 1912 e 1914 conquistò due titoli Usa che lo lanciarono alla ribalta della popolarità. Conquistò altre due pole position sul catino dell’Indiana (1920 e 1921) vincendo in quegli anni anche due famose edizioni della Coppa Vanderbilt. Fu tre volte campione nazionale di corse su strada; quattro volte campione nazionale di corse in circuito su terra battuta, detenendo ogni record; due volte campione nazionale di corse in circuito «all around», sia su piste con pavimentazione in legno che su strada.

De Palma prese parte a 2.889 gare: ne vinse la bellezza di 2.557. Nel suo palmares, oltre alla mitica 500 Miglia, figura un record di velocità conquistato sulla spiaggia di Daytona nel 1919, alla sorprendente velocità dell’epoca di 241 Km orari, alla guida di una Packard, 15mila centimetri cubici di cilindrata, 12 cilindri, da cui prese spunto poi anche Enzo Ferrari per l’architettura dei suoi motori delle sue monoposto da corsa.depalma+ok

Nel film viene anche raccontata e celebrata una sua entusiasmante sconfitta, quella del 1912, in cui perse d’un soffio la vittoria nella famosa 500 Miglia di Indianapolis che, come vuole la tradizione, si corre sulla distanza dei 200 giri appunto. Si attestò in testa alla corsa per ben 196 giri quando un problema meccanico a due giri dalla bandiera a scacchi lo costringe a tirare i remi in barca. De Palma non si perde d’animo, scende dalla sua Mercedes, che pesava oltre una tonnelata, e cominciò a spingerla verso il traguardo. Giunse undicesimo assoluto, ma il pubblico fu solo per lui. Quel gesto così plateale, che non si sottometteva alla resa meccanica, fu per la folla e gli appassionati più qualificante di una vittoria.

Una suggestiva lapide dove sono deposte le spoglie del pilota di origini foggiane

Una suggestiva lapide dove sono deposte le spoglie del pilota di origini foggiane

Raffaele De Palma nacque a Biccari il 19 dicembre 1882 e si spense a Pasadena (California) il 31 marzo del 1956.

Il protagonista del film, nei panni di Ralph De Palma alla guida di una Mercedes Simplex della Daimler di un collezionista di Riccione è l’attore Alessandro Tersigni. Completano il cast Simone Montedoro, Vincenzo De Michele, Alessandra Carrillo, Urbano Antonio Silvestre e il piccolo Andrea Rizzi, che interpreta De Palma da bambino.

Il regista Antonio Silvestre a Daytona, il circuito che ha reso famoso Ralfph De Palma e dal quale sono cominciate le ricerche sul protagonista del suo film che presto verrà distribuito nelle sale cinematografiche

Il regista Antonio Silvestre a Daytona, il circuito che ha reso famoso Ralfph De Palma e dal quale sono cominciate le ricerche sul protagonista del suo film che presto verrà distribuito nelle sale cinematografiche

Il produttore è Mario Tani, mentre l’autore del libro al quale si ispira il docufilm diretto da Antonio Silvestre, è Maurizio De Tullio. La fotografia è a firma di Nicola Saraval, i costumi di Laura Meccarone e le scenografie di Michela Casiere. Le musiche sono di Matteo Sartini. La produzione è della Mac Film. l’opera cinematografica verrà presentata per la prima volta sul piccolo schermo, in diretta negli studi di Rai News 24 (canale 48), martedì 9 luglio alle 19:30.

Massimo Manfregola – giornalista

8/7/2019

Credits: il materiale fotografico è stato gentilmente offerto dal regista Antonio Silvestre a corredo dlel’articolo

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LA PRESENTAZIONE DEL FILM DI RALPH DE PALMA NEGLI STUDI DI RAI NEWS24

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Massimo Manfregola è un giornalista con esperienze nel campo della comunicazione della carta stampata e della televisione. È specializzato nei settori del giornalismo motoristico, con una particolare passione per l’approfondimento di tematiche legate all’arte e alle politiche sociali.
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