A San Candido vivono le calde atmosfere di montagna al cospetto del suo Duomo milleneario
SAN CANDIDO – Adagiata placidamente, come un bimbo in una culla, nella verdissima Val Pusteria, e cullata dal dolce muoversi delle acque del fiume Drava che la costeggia quasi a sfiorarla, San Candido è una ridente e tranquilla cittadina delle Dolomiti sudtirolesi.
Crocevia sul confine austriaco (il margine ultimo è Prato alla Drava) a 1175 metri sul livello del mare e punto di passaggio quasi obbligato per Sesto e la Valle Fiscalina, le origini di San Candido risalgono al 769, quando il duca Tassilone III di Baviera decise di fondare un monastero benedettino nella località dove oggi sorge l’abitato, con l’obiettivo di convertire al cristianesimo gli Slavi della Carinzia.
Il comune di San Candido raggruppa le frazioni di Versciaco, Prato Drava e Monte San Candido, mentre si trova a pochi chilometri più a nord di Dobbiaco. La sua popolazione di circa 3000 abitanti, di cui l’83% di madre lingua tedesca, il 16% di madre lingua italiana e l’1% di madre lingua ladina, ha ormai una spiccata vocazione al turismo (con circa 500 mila pernottamenti all’anno), oltre che al commercio e all’agricoltura.
Il Duomo di San Candido o Collegiata, con il suo complesso architettonico può considerarsi come il più importante monumento romanico delle Alpi Orientali. La chiesa, ricostruito sul sito del convento benedettino a partire dal 1140, più avanti ha conosciuto altri interventi, come quelli avvenuti un secolo più tardi, grazie ai quali sono state realizzate le volte della cripta e della navata, il transetto e la cupola della crociera, compresi gli affreschi raffiguranti la Storia della Creazione.
La chiesa raggiunse il suo aspetto attuale intorno al 1280; il campanile risale invece agli anni compresi tra il 1320 ed il 1326. Le monumentali opere murali ricordano lo stile delle fortezze dei crociati e le numerose cittadelle fortificate che venivano costruite al tempo degli Hohenstaufen. Il grande crocifisso ligneo posto sopra l’altare è accompagnato da due figure: la tradizione le ha identificate con i due patroni (San Candido e San Corbiniano), anche se prevale l’interpretazione che si tratti di Maria e San Giovanni.
Di grande pregio sono gli affreschi sovrastanti il portale romanico (lato sud), risalenti al 1450, sono sono opera di Michael Pacher, artista della Val Pusteria. Sono raffigurati San Candito, l’imperatore Otto I e San Corbiniano.
Massimo Manfregola
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