Sua maestà la Amatriciana regina dei Castelli Romani e dell’Agro Pontino
VELLETRI – Quando parliamo dei Castelli Romani, sarebbe troppo riduttivo menzionare solo quei paesi che sorgono sulle pendici del Colli Albani e frequentatissimi luoghi di villeggiatura soprattutto nel periodo della canicola romana. Fra queste perle della cintura capitolina, una delle più famose è Castel Gandolfo, residenza estiva dei pontefici, che sorge sullo specchio d’acqua del lago vulcanico di Albano. Ma non sono da meno Frascati, famosa per le “fraschette”, i caratteristici locali dei Castelli, un tempo adibiti come cantine per il deposito del vino locale, e oggi luoghi di degustazione dei prodotti come la porchetta di Ariccia e le “coppiette” di suino, carne essiccata ed aromatizzata con peperoncino e semi di finocchio selvatico.
Ma Frascati è anche il nome di uno dei vini Doc più famosi del Lazio, tanto che il poeta romanesco Trilussa, pseudonimo di Carlo Alberto Salustri, aveva dedicato molti dei suoi versi in vernacolo romano proprio a questo vinello sincero che chiamava “abboccatello”. Al vino dei Castelli Romani si abbinano bene molti piatti della tradizione culinaria locale, come la Amatriciana, che prende il nome dalla cittadina della provincia di Rieti (fino al 1927 in Abruzzo).
Un piatto unico nel suo genere, preparato con gli irriducibili bucatini o rigatoni (spaghetti nella versione originale di Amatrice) di pasta di semola di grano duro, accompagnati da un sugo di pomodoro, profumato con una foglia di basilico, preparato dopo aver soffritto al punto giusto il guanciale di maiale nello strutto (in alternativa olio extravergine d’oliva) con peperoncino piccante, uno spicchio d’aglio in camicia oppure un trito di cipolla (nella versione originale non si usa né aglio né cipolla). Solo dopo aver saltato bene la pasta in padella con il pomodoro e il guanciale, si rifinisce il piatto con una spolverata di pecorino.
Nella campagna a ridosso dei Castelli Romani, dove l’aria è mitigata dalla brezza proveniente dalle spiagge delle vicine Anzio e Nettuno, sorge su un’area di 30 ettari coltivati a vigneti, oliveti e frutteti, l’agriturismo “I Casali della Parata“. Un borgo agricolo adagiato su un ampio poggio protetto dal Monte Artemisio, nei pressi di Lanuvio, l’antico sito urbano di Lanuvium. Ristrutturato in modo da lasciare integre le caratteristiche strutturali originali, con la pietra vulcanica degli edifici che ricordano le atmosfere d’altri tempi, è possibile gustare i piatti tipici della cucina romana e quelli classici della tradizione regionale italiana, grazie al sapiente ed equilibrato uso di ingredienti locali provenienti dagli orti e dagli allevamenti della stessa tenuta agricola.
Pasta alla Amatriciana, vermicelli alla Gricia, rigatoni pachino e verza, gnocchi alla sorrentina sono solo alcuni primi piatti inseriti nel menù dell’accogliente borgo agricolo dei “Casali” nell’agro di Genzano e Lanuvio, in Via Torre di Presciano (06.961.95.154 – 338.34.47.915). Ottima è anche la carne alla brace, dove l’ottimo abbacchio di agnello regna sovrano.
I profumi della campagna si intrecciano a quelli di una cucina nostrana, resa ancora più suggestiva da un contesto naturale che apre le porte anche per coloro che soffrono di una intolleranza permanente al glutine.
Massimo Manfregola
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