Task force dell’Esercito in soccorso dei terremotati congelati dalla neve di Marche e Abruzzo
ROMA – Mentre le squadre del Soccorso alpino continuano a scavare fra le macerie e la montagna di neve e detriti che si è abbattuta sul complesso turistico dell’Hotel Rigopiano a Farindola, sul Gran Sasso nel versante pescarese, dove si spera di trovare ancora in vita altri dispersi degli oltre trenta persone – fra ospiti e operatori della struttura – che mancherebbero ancora all’appello, dopo il ritrovamento di tre corpi senza vita, continua e si rafforza il concorso delle Forze Armate alla macchina dei soccorsi, coordinata dalla Protezione Civile, per cercare di allievare i disagi causati dal nuovo sciame sismico e dalla concomitante eccezionale ondata di maltempo che ha investito l’Italia centrale.
Ai circa 1.800 militari delle tre Forze Armate e dei Carabinieri che già stavano operando in quelle aree, si sono aggiunti, nella giornata di ieri, nuovi assetti per liberare i centri abitati e le principali arterie di comunicazione dalla morsa del gelo. Recependo le indicazioni del governo e del Ministro della Difesa e a seguito di contatti diretti tra il capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Claudio Graziano, e il responsabile della Protezione civile, l’ingegnere Fabrizio Curcio, le Forze Armate stanno rendendo disponibili ulteriori contingenti di personale e mezzi. Si tratta di un impegno rilevante, che porterà il contributo complessivo della Difesa a circa 3.000 militari, oltre 950 tra mezzi ruotati e mezzi speciali del genio, nonché 16 elicotteri.
«In queste ore il personale delle Forze armate sta operando in condizioni di estrema difficoltà e senza sosta – afferma il capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Graziano, che continua –. Numerosi sono i casi di situazioni critiche per la popolazione, in cui l’intervento dei nostri militari è stato risolutore e provvidenziale».
Sono stati messi a disposizione dai militari anche undici sgombraneve a turbina, al fine di contribuire al ripristino della viabilità nelle aree più critiche, tanto nella zona del cratere quanto nelle provincie di Teramo e Chieti. Sono operative anche alcune unità specializzate nella meteorologia della neve: in valanghe e in ricerca dispersi. Sono in stato di allerta anche gli alpini paracadutisti laddove ci fosse l’esigenza di raggiungere immediatamente zone isolate attraverso il lancio di personale e materiali di prima necessità.
Conclude il generale Claudio Graziano: «In questo momento l’impegno principale delle donne e degli uomini delle Forze armate è finalizzato soprattutto al ripristino della viabilità, per permettere di raggiungere i luoghi colpiti, consentendo così il flusso degli aiuti e lo sgombero delle persone isolate. Per questo scopo stiamo impiegando soprattutto mezzi speciali del genio come turbine sgombraneve, pale da neve cingolate, pale da neve ruotate, mezzi con lame sgombraneve, macchine movimento terra e cingolati; tutti mezzi i quali, nati per scopi prettamente militari, hanno caratteristiche tali da poter essere proficuamente impiegati in ogni situazione di emergenza. Uno sforzo corale perché è necessario, in tali situazioni, rispondere celermente alle esigenze delle popolazioni in difficoltà».
mas.man.
19/1/2017
credits e foto: Ufficio stampa e comunicazione SMD
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