Trittico di mostre al Madre di Napoli con Buren, Leckey e Bagnoli
NAPOLI – «La Regione Campania guarda al museo Madre con interesse, ammirazione, simpatia, ed entusiasmo». Sono state queste le parole del consigliere delegato alla Cultura della Regione Campania Sebastiano Maffettone all’anteprima stampa delle tre nuove mostre del museo di arte contemporanea di via Settembrini: Daniel Buren Axer / Désaxer Lavoro in situ, 2015, Madre, Napoli – 2, Marck Leckey DESIDERATA (in media res), Marco Bagnoli La Voce. Nel giallo faremo una scala o due al bianco invisibile nell’ambito di L’albero della Cuccagna. Nutrimenti dell’arte a cura di Achille Bonito Oliva con il patrocinio di EXPO Milano 2015. «Varcando il portone d’ingresso del museo si ha subito la sensazione di essere in uno dei luoghi migliori di questa città» ha continuato Maffettone annunciando anche una collaborazione della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee con Palazzo Santa Lucia per la settimana dedicata alla Regione Campania ad Expo 2015, dal 16 al 22 ottobre a Milano.
Clima sinergico e simpatia reciproca sottolineata anche dal presidente Pierpaolo Forte e dal direttore Andrea Viliani che, nel presentare l’opera di Marco Bagnoli e tutti gli “alberi della cuccagna” sul territorio regionale, ha evidenziato l’originalità della formula sviluppata da Achille Bonito Oliva, curatore dell’intero progetto L’Albero della Cuccagna. Nutrimenti dell’arte: ossia l’unione di tanti artisti e di molteplici istituzioni culturali intorno al rapporto arte e cibo. L’opera di Marco Bagnoli (al Madre fino al 29 febbraio), artista empolese, è una scala che travalica il tetto di un edificio nel secondo cortile del museo, unendo idealmente il cielo e la terra, il bianco dei valori universali con il giallo della vita, del cibo, delle sensazioni e delle emozioni.
Il giallo ritorna predominante, insieme all’arancione, nel nuovo lavoro in situ dell’artista francese Daniel Buren Axer / Désaxer (fino al 4 luglio 2016) a cura di Andrea Viliani ed Eugenio Viola, che riveste le pareti d’ingresso del Madre con superficie policrome e specchiate. Il pensiero del direttore del Madre Andrea Viliani: «Il pubblico rispecchiandosi, rivedendo il proprio volto all’interno del museo è invitato a dire la sua e a farsi coautore e in un certo senso è una macchina scenica per la partecipazione attiva». Questo secondo intervento di Buren al Madre si congiunge idealmente e fisicamente al primo Comme un jeu d’enfant. Lavoro in situ, 2014-2015, Madre, Napoli – 1, che resterà ancora esposto fino al 29 febbraio 2016.
Al terzo piano (ala destra) la prima mostra in un’istituzione pubblica italiana, a cura di Andrea Viliani e Elena Filipovic, dedicata all’artista britannico, Mark Leckey, vincitore nel 2008 del Turner Prize, DESIDERATA (in media res), fino al 18 gennaio 2016, è prodotta in collaborazione con WIELS, Bruxelles e Haus der Kunst, Monaco di Baviera, così come il catalogo dell’artista. Leckey celebra lo stile italiano partendo dall’iconico video del 1999 “Fiorucci Made Me Hardcore” sulla cultura musicale giovanile dell’epoca, che impose l’artista all’attenzione internazionale. La ricerca di Leckey opera al di là del campo specifico dell’arte, muovendosi costantemente al confine fra arte e vita quotidiana, plasmando la nostra identità e le nostre memorie.
Le tre mostre saranno aperte al pubblico (ingresso definitivamente ripristinato da via Settembrini, 79) sono state inaugurate ieri con una festa pubblica che sarà anche un omaggio in anteprima del connubio tra arte e cibo che la Regione Campania porterà ad Expo Milano 2015: degustazione di piatti tipici campani e una sfilata di trampolieri, Yellow Parade per le vie del quartiere a cura dell’associazione Esplor /Azioni.
Ufficio stampa Luisa Maradei
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